missioni

Novembre 2022

Missione novembre 2022

“Camminiamo CON loro” 

 

SIAMO PARTITI
 
É iniziata una nuova Missione AVIAT.
Mi prendo il tempo qui in aereo per fare un primo punto della situazione, ma finirò il ‘racconto’ stasera.
Il Volo lungo ormai da 10 ore e ancora 1 per arrivare a destinazione. Milano – Addis Abeba – Lomè Siamo riusciti a dormire per buona parte. Abbiamo cominciato a parlare fra di noi volontari a raccontarci un po’ delle nostre quotidianità: siamo in 7. Enrico dentista di Reggio, Lucia medico di PS di Vignola, Federica infermiera di Faenza, Monica ostetrica di Fontanelice, poi le due gemelle Romanelli, Stefania medico di famiglia e Enrica psichiatra da Foligno. Domenica ci raggiungerà da Bruxelles quel vulcano di Enrica, che da bravo ingegnere ci mette tutti in riga, ci insegna come organizzarci, a non fare le cose così come vengono, ma con una progettualità costruttiva per le persone che incontriamo.
Siamo tutti molto ‘carichi’ e desiderosi di metterci in gioco. Personalmente come al solito ho quel timore di fondo, quella preoccupazione di non poter dare il meglio, di non avere tempo e modo di essere di aiuto a quanti incontreremo, di non dare ai miei compagni la possibilità di essere per e con.
Essere CON l’Africa è una cosa che ci ha insegnato don Dante del CUAMM, senza la presunzione di voler cambiare l’Africa con le nostre regole, ma camminando insieme CON.
Ci ho messo degli anni per capirlo, per accettarlo, ma penso che sia l’unica maniera per non rimanere delusi, per non dover dire come anni fa diceva un mio amico “Io non torno perché non ci si fa la punta, non cambiamo la loro realtà, che non vogliono e non riescono a cambiare!”
Così dopo la missione di aprile e settembre siamo qua di nuovo. Abbiamo intenzione di fare tante cose. Nella certezza degli imprevisti, almeno questa volta partiamo con le autorizzazioni regolari del ministero, senza dover penare nell’attesa di quell’attestato obbligatorio che ti dà la possibilità di portare la tua professionalità gratuita.
Andremo in vari CM, faremo 2 pozzi, incontreremo persone con le quali progettare, ma lo vedremo.
Come più volte ho scritto, quello che vi dirò non vuole essere il mettere in mostra un’ostentazione di ”come siamo bravi”, ma piuttosto un rendere conto di quello che possiamo fare grazie alle tante persone che ci aiutano e sostengono economicamente e moralmente.
“Le idee volano alte nel cielo, ma hanno bisogno di concretezza per calarsi concrete sulla terra”.
Grazie e … Se ci credete pregate per noi

4 Novembre

 

PRIMO GIORNO DI MISSIONE

 
Ci siamo già calati nella quotidianità del Togo. Incontriamo tante persone che ci affidano i loro malanni nella speranza che noi possiamo quantomeno alleviarglieli. Sveglia presto e partenza per Vo Attive, un villaggio come tanti, dove la povertà e i bisogni si toccano e uno spera di risolverli, ma nei nostri pochi giorni che gli dedichiamo non è possibile cambiare. L’immagine che vediamo lungo la strada mostra dei cambiamenti continui ogni volta che torno. Un inurbamento progressivo delle persone che dalle campagne viene a Lomè, sperando in una vita meno difficile. Ma la realtà poi non è così, se al villaggio l’agricoltura di sussistenza ti garantiva un pasto quotidiano, la capitale si dimostra invece una dura lotta per trovare anche solo un piatto di riso, vivendo in ricoveri di fortuna che crescono lungo strade piene di buche profonde, esito delle recenti piogge.
In questo quadretto naif ritorno alla giornata, la cui descrizione la trovate nei post delle ”compagne/o di viaggio”, Monica Padovani, Stefania Romanelli, Enrico Spallanzani.
Personalmente la mattinata parte in salita: la prima eco, una gravidanza al 4°mese… non c’è il battito del cuore. Nessun dramma, la morte qui viene accettata come una ”eventualità della vita”. Poi una lunga fila di pancione che fanno un’ecografia per la prima volta nella vita, nonostante le tante gravidanze. Poi la signora senza mestruazioni da anni che dice che non rimane incinta per una sorta di maleficio woudou e che vorrebbe che io glielo togliessi. La donna alla settimana gravidanza che sorride alla notizia che aspetta due gemelli.
Nelle altre stanze del Centro Medico i problemi non sono minori.. la mamma ipovedente che porta 2 gemellini di un anno denutriti a cui puoi dare alcune bustine di plumpy nut (bustine con un alimento ipercalorico, che fa miracoli e che lo Stato dona a situazioni di malnutrizione, ma ora al dispensario non ce n’è più e per fortuna che ne abbiamo noi); per questa mamma, che non vede quasi più, vorremmo provare a capire se si riesce a risolverle il problema (cataratta congenita, glaucoma?), ci vorrebbe un oculista! Enrico a fare estrazioni di denti…
Abbiamo preso in carico alcune persone che dovrebbero essere operate ma non hanno i soldi, che però proponiamo di donare perché molti in Italia ci hanno fatto donazioni con questa motivazione.
Non voglio continuare con la lista… La giornata finisce con un frugale, ma gradito pasto a base di ignamm fritto e sugo offerto dall’assistente capo del CM. A casa dopo un breefing di verifica della giornata abbiamo fatto un brindisi alla salute di Monica che compie gli anni e poi a letto, senza ninna nanna. Domani è un altro giorno.

5 Novembre

 
La missione continua…. Parto da questa sera quando, pur stanchi di una giornata intensa di lavoro e ”emozioni”, dopo la cena, ancora sudati e stanchi ci siamo seduti a raccontarci le sensazioni percepite, discutere e mettere in campo le criticità. Ognuno ha portato il suo contributo di idee… non abbiamo di certo ”rifatto l’Africa ”, ma di sicuro abbiamo cercato di portare un piccolo mattone alla costruzione di una piccola associazione AVIAT, che è alla ricerca di un suo modo di essere CON. Ho raccontato un po’ la nostra storia, i nostri errori, i magoni e le soddisfazioni di tanti anni in Togo. Ognuno ha detto cosa e come vorrebbe che camminassimo.
La seconda giornata a Vo Attive con tantissime persone ad aspettarci, accalcate nel piccolo dispensario mentre fuori imperversava un acquazzone tropicale é volata. Finite le visite abbiamo deciso di aiutare alcune persone bisognose di cure importanti, che però non si possono economicamente permettere. 4 interventi di cataratta, 3 ernie, una neoformazione al seno, l’aiuto a una mamma ipovedente col marito ammalato e 2 gemelline denutrite.
Nonostante la pista quasi impraticabile per tutta l’acqua caduta, con Marc il farmacista siamo andati al suo villaggio e lì abbiamo toccato con mano una situazione di estrema povertà, una situazione di bambini che non sempre riescono a fare un pasto quotidiano e che lui con la sua associazione cerca di aiutare con una refezione un paio di volte la settimana, cercando poi di capirne i bisogni e trovare aiuti concreti. Intensa è stata l’emozione delle ”ragazze” di fronte a questa realtà, grande il desiderio di aiutare subito. Di certo aiuteremo queste persone, che sono come tante nell’Africa, ma che qui abbiamo conosciuto e che non possiamo ignorare. Aiutare non a spot mediato dall’emozione del momento, ma un aiuto continuo e programmato, cercando di non disperdere le risorse.
Poi nonostante l’ora tarda e le piste piene di buche , fango e laghi d’acqua, siamo andati a Zooti a incontrare le donne della Cooperativa Agricola che da anni aiutiamo, a vedere all’opera il macchinario per la lavorazione della palma, della manioca, del mais…acquistato con l’iniziativa ”le donne per le donne”.
Oltre ai sorrisi dei tanti bambini abbiamo percepito la gratitudine di donne che ogni giorno si rompono la schiena nei campi, nelle capanne anguste e piene di niente, che anche da questo strumento traggono un miglioramento alla loro quotidianità.
Il ritorno a casa e poi il breefing.
Buona notte e a domani che sarà ancora intenso per l’incontro coi bambini aiutati a distanza e il completamento del pozzo per la scuola di Agoé.

6 Novembre

 
Oggi doveva essere una giornata tranquilla, ma qua di tranquillo non c’è molto. Dopo essere andati in banca a prelevare i soldi, siamo andati al Grand Marché e qui niente di nuovo, il solito assalto di chi voleva venderti questo o quello. buono prezzo”. Incontro con i bambini aiutati a distanza… Molto bambini ormai non sono più e dovremo trovare una soluzione. Ne abbiamo parlato e come Consiglio AVIAT dovremo studiare qualcosa .
Finita la festa, ormai a sera, dopo un acquazzone, abbiamo assistito alla fuoriuscita dell’acqua dal pozzo che abbiamo costruito qui ad Agoè e che servirà per la nuova scuola dei bambini. Un pozzo dedicato alla Madonna, per il desiderio di un donatore di una parte delle spese. d
Diverso dai soliti. Senza la solita fontana d’acqua che esce alta dal forage, ma semplicemente acqua che esce da un tubo, prima gialla sporca, poi più chiara e suor Martine che entusiasta ci dice ” l’ho bevuta è buona!”. Ciliegina sulla torta siamo andati ad acquistare riso, olio, pasta e pomodoro per l’orfanotrofio di Vo Attive e per quello che incontreremo a Tsevié. Finita la spesa si è avvcinato un togolese, un signore non conosciuto, che sapendo la destinazione del nostro acquisto ha voluto regalarci 50 kg. di riso e pasta proprio per gli orfanotrofi, per contribuire al miglioramento della loro vita
È stato un gesto molto apprezzato che ha reso ancora più ricca una giornata in cui : ” siamo stanchi anche se ci sembra di non avere fatto niente!”.
Buona domenica.

7 Novembre

 
Ricordati di santificare le feste.
È il titolo che mi viene da dare a questa Domenica, che è iniziata con la Messa alla parrocchia del quartiere. La ‘solita’ Messa partecipata da tante persone, che non riescono a rimanere ‘ingessate’ come siamo noi quando (e se) andiamo a Messa la domenica. Persone che ballano al ritmo dei canti del coro, che all’offertorio supportano la comunità con l’offerta di pochi centesimi, che per loro sono tantissimo. Nessuno si stupisce poi se dopo quasi 2 ore ci si siede ad ascoltare la relazione di quanto è stato raccolto, di come saranno le tante iniziative parrocchiali, questo per coinvolgere e fare partecipare tutti.
Dopo essere rientrati, caricato ”all’inverosimile” il pulmino (in pieno stile africano) é arrivato Marc, incredulo del dono di riso, pasta olio e pomodoro, che gli avevamo promesso. È arrivato dal villaggio in zemijan (moto taxi), perché lui non ha l’auto o anche solo un motorino. Una foto e oltre agli alimenti gli abbiamo donato 100.000cfa (circa 150 euro) per acquistare ancora fagioli e mais, ma anche per prendere un taxi per portare il tutto al villaggio. Contentezza e riconoscenza…. Stupore per questo cibo che servirà per dare un po’ da mangiare alla refezione dei bimbi poveri di Vo Attive. Poi anche con la promessa che cercheremo con Philippe di fare un piccolo progetto per provare a dare continuità a questo aiuto.
Salendo verso il Nord abbiamo fatto tappa a Tsevié all’Orfanotrofio Joko di Sylvia Roovers, una signora belga che, dopo essere prematuramente rimasta vedova, ha trovato un senso alla sua vita fermandosi in Togo ad accudire orfani. L’avevo incontrata ad aprile con Carla e Maurizia e ci sembrava giusto dare continuità a quel bell’incontro.
Una struttura ben tenuta e curata, con 23 bambini rispettosi ed educati. Ci ha offerto un ottimo pranzo, abbiamo parlato della situazione, delle sue paure educative. Alcune bambine sono ormai delle ragazze 15…16 anni… Ragazzi anche loro che crescono Immaginiamo la tempesta ormonale adolescenziale. Preoccupata nel desiderio di fare un controllo ginecologico (non così necessario se non hanno disturbi importanti), mi ha dato l’impressione che da buona mamma abbia instaurato con i propri ” figli” un dialogo aperto e costruttivo, cosa non facile in questo ambienti dove la sessualità è vissuta soprattutto come genitalità istintiva.Non c’è stata la necessità di visitare i bambini, in buona salute e ben seguiti anche dal punto di vista sanitario; solo mi ha fatto visitare il guardiano che presentava i postumi complicati di una rottura della caviglia.
Dopo l’acquazzone quotidiano, un caloroso saluto e un grazie per il riso e un po’ di cibo lasciati, una riconoscenza per gadget donati ai bambini, ci siamo di nuovo Messi in viaggio fino ad Amkpapé presso la Comunità di Cuori Grandi.
Qui abbiamo avuto la solita calda accoglienza di Maristella (il moto perpetuo), fatto un po’ di chiacchiere con suor Patrizia (la concreta presenza), salutato i 3 volontari ora presenti nella casa (Federica, Laura e Stefano), fatta la sistemazione nelle camere, poi col fuoristrada (in questo periodo è l’unico mezzo per raggiungere i villaggi nella foresta) siamo andati al villaggio di Avegodo dove abbiamo costruito il primo pozzo e, ricordando l’emozione della prima volta, e’stato bello percepire che quell’acqua pulita ha dato vita e vitalità a una comunità che si riforniva e dipendeva da un pozza d’acqua piovana. Ormai col buoi ci siamo fermati a Kablivé alla scuola dove avevamo regalato 50 banchi per vedere la nuova chiesa costruita per portare ancora un messaggio religioso, cristiano a comunità, in cui l’islam sta facendo proseliti attratti più dai doni, che dalle reali convinzioni religiose, che rimangono legati a una religione animista ancestrale.
Appena rientrati a casa abbiamo dovuto cercare di risolvere il problema di una ipertensione grave, fare un’eco al volo a una signora incinta per determinare a che mese di gravidanza era e ad un’altra donna senza mestruazioni da 3 mesi, che però non ha accettato di buon grado la notizia di aspettare un bimbo da aggiungere agli altri due a casa. Ormai è notte! Abbiamo ‘ santificato ‘ la festa?
Ora dormire, perché domani ci aspetta una dura giornata.

9 Novembre

 
Sono 2 giorni che non ho avuto il tempo di scrivere nulla. Siamo qui in pulmino in una pista di 40 km. per raggiungere il villaggio di Afontdji dove verrà fatto un pozzo, speriamo di arrivare integri in mezzo a tutte le buche che stiamo incontrando, speriamo che le sospensioni del pulmino tengano Veniamo da Aktapame presso la comunità di Cuori Grandi e qui non abbiamo avuto il tempo di annoiarci.
Da mattina a sera è stato un susseguirsi di eventi previsti e … imprevisti. La descrizione della nostra vita quotidiana la potete leggere nei post di Enrico Spallanzani e di Stefania Romanelli. Io come al solito sono rimasto nella mia postazione a vedere donne incinta o con il loro indecifrabile ”mal au ventre”.
Imprevisti…
Ieri notte all’ 1,30 siamo stati svegliati dal guardiano della casa perché c’era un uomo che stava male e chiedeva aiuto. Era venuto da Kablivé, un villaggio a 8 chilometri nella foresta, accompagnato dalla moglie. Dal pomeriggio non riusciva ad urinare.
Tutta la casa si è ‘svegliata’. Con la visita e l’eco abbiamo visto che c’era in blocco vescicale.. . la vescica era piena, abbiamo provato a mettere un catetere, ma aveva una stenosi (restringimento) grave dell’uretra. Si va all’ospedale con il nostro pulmino Desiré e Philippe. La nazionale di notte è pericolosa, ci sono camion grandissimi con fari abbaglianti che ti impediscono di vedere la strada; quando li incroci hai un ”buco nero” di 2 3 secondi e spero veramente che al di là del buco non ci sia nessuno o anche solo un caprone vagante.
Arrivati all’ospedale ho pensato: bisognerebbe che ogni occidentale venisse qui… Smetteremmo di lamentarci della nostra sanità. Prima entriamo in uno stanzone con 20 letti e sotto distesi i parenti ”badanti ”.
Poi per fare qualsiasi cosa ci hanno dato la prescrizione di cose da andare ad acquistare nella farmacia interna… Un catetere, guanti, garze, disinfettanti… E vado a prenderli, altrimenti non ti fanno nulla. Se non hai l’argent non ti fanno nulla.
Mi presento ” je suis un médecin ”..
Chi se ne importa , tanto qui di medici non ce ne sono. Due infermieri si chiudono nell’ambulatorio e fanno la ‘ostra figura e sono costretti a fare ma stessa cosa che avremmo voluto fare già noi: svuotare la vescica per via sovrapubica (con un ago si forma la vescica e si fa uscire la pipì). Tempo 15 minuti e siamo liquidati. . Qui non possiamo più fare nulla dovete portarlo a Lomè. 190 km.
Risaliamo e ritorniamo a casa. Alle 4,30 il paziente si mette sotto il portichetto dell’infermeria e se ne parlerà quando fa luce. In realtà al mattino, dopo un’oretta di sonno, incontro l’uomo in piedi che urina, meno male… Andrà a Lomè col taxi poi si vedrà….
Adesso ritorno a dove ho iniziato siamo ancora sulla pista che come dice Costantini siamo in ”c…lo al mondo!” Provo a inviare il post e le foto delle mie compagne di viaggio.

10 Novembre

 
Emozioni
Mi prendo ora il tempo per scrivere in attesa della cena qui al Villaggio della Gioia… In questo momento sta imperversando un grande acquazzone e il sottofondo musicale potete immaginarlo.
Le ultime 30 ore sono state molto intense e piene di emozioni.
Ieri mattina all’orfanotrofio di NDN a Notzè abbiamo constatato per l’ennesima volta il degrado della struttura e soprattutto della condizione dei bambini. Un lungo discorso con suor Cécile, che ci ha fatto un quadro difficile da capire, un quadro di mancanza di personale, che se n’è andato perché 20.000cfa (30 euro) al mese sono pochi. Ora sono costrette 24/24 in 7 ad accudire 140 bambini… E immaginate come possono essere bimbi piccoli, che razzolano tutto il giorno per terra. È l’ennesimo problema che ci si presenta e al quale, dopo averne parlato, dovremo dare una risposta.
Del ”viaggio avventuroso verso il villaggio di Afantidji ho già raccontato:42 km.di pista con buche profonde e il pulmino stracarico che ondeggiava e cigolava in maniera preoccupante.
Il tutto è stato ripagato dall’emozione di aver di donato acqua buona a persone riconoscenti e grate di questa opportunità, persone che ci hanno offerto ignamm fritto e vino di palma, che abbiamo assaggiato con un po’di diffidenza. Dai video che hanno postato i miei compagni d’avventura avrete ben colto l’emozione.
Ieri sera poi siamo. Arrivati qui a Atakpamè al Villaggio della Gioia, accolti calorosamente da suor Betta, dalla comunità e da Paolo Zarantonello che è arrivato da un paio di giorni. Oggi full immersione in visite alle persone della casa e alcune del quartiere. Visite anche ai bimbi con cure dentistiche… Enrico Spallanzani ha finito solo ora, ma lui è un diesel che macina denti e non si lamenta mai . Fra le disavventure mettiamo che ieri sera Desiré ha bruciato la frizione del pulmino (l’ha stressata in maniera ignobile!); Però oggi l’abbiamo sostituita con una nuova (non originale), per un costo totale di 35.000cfa (poco più di 50 euro).
Ora dopo la cena qui al VDG noi maschietti andremo a dormire nel nostro ”splendido isolamento” dove le stanze sono accettabili, ma non c’è acqua corrente. Un secchio d’acqua e via.

13 Novembre

 
Anche questa mattina mi sono svegliato presto alla voce del muezin e provo a buttare giù qualche considerazione su questa Missione, che sta arrivando verso la fine. Vale la pena essere venuti fin qua per ” fare del bene ”? Vale la pena ” disturbare ” la quotidianità delle nostre famiglie per venire ad aiutare persone ”sconosciute ” , quando quotidianamente a casa incontriamo persone che richiedono la nostra attenzione, la nostra accoglienza, il nostro aiuto? Non ho una risposta, mi devo fare bastare quello che sempre dice suor Betta: ” L’ Africa non la salviamo noi, ma non possiamo non essere qui per portare il nostro contributo!”
E così provo a pensare ai nostri ultimi due giorni che abbiamo “vissuto” presso Medjàgni, un villaggio a un’ora di pista da Atakpamè, dove (se già non ne avevamo vista) abbiamo incontrato una grande povertà. Una popolazione che vive di un’agricoltura di sussistenza, che ha il pasto quotidiano, ma non ha i soldi per l’imprevisto, non ha i soldi per accedere a un parto in ambiente protetto e così la morte di uno o due figli viene accettata come una normale evenienza della vita. E quando trovi una donna al nono mese con il bambino in presentazione podalica e le dici che deve andare all’ospedale per fare un cesareo non sai fino in fondo se ci andrà. Provi a dare 10.000cfa per fare la mammografia a una mamma di 3 figli (5, 3 e 1) che ha un nodulo molto sospetto al seno destro, poi coinvolgi la suora del centro medico che ti faccia avere la risposta per poi pagarle un intervento.
In 2 giorni presso il CM delle suore di Charles De Foucauld abbiamo visitato una marea di persone (i numeri contano poco) e a fine giornata ci è dispiaciuto dover non donare una visita alle tante persone ancora in attesa, venute per farsi visitare da un medico.. unica volta forse nella vita. Una considerazione l’ha colta Lucia vedendo tante persone con i vermi nella pancia: “che acqua bevono?”. In realtà erano persone di un villaggio vicino che non avevano accesso ad acqua pulita e che, come più volte abbiamo constatato, si riforniscono di acqua da pozze occasionali. Così abbiamo pensato che un pozzo potrebbe essere una soluzione. E il pozzo lo faremo certamente in un prossimo futuro.
Un acquazzone ha bagnato il nostro fine giornata e mentre stiamo per ripartire padre Enry ci affida 3 bambini, che il padre aveva portato nel pomeriggio poi se ne era andato incurante del fatto che casa loro è a 45 minuti in macchina di pista e questi bambini sarebbero arrivati a casa a notte inoltrata dopo più di 3 ore di camminata; una mentalità difficile da capire, ma da accettare per quella che è.
A fine giornata ci sono arrivate due belle notizie: 3 bambini, grazie al contributo di Anna Maria e Roberto, sono stati operati di cataratta e potranno ”vedere” la vita. Mentre Marc, al quale abbiamo regalato gli alimenti, ha potuto iniziare la ”refezione” per i bimbi poveri del villaggio di Vo Attive e hanno fatto un pasto caldo: “Les enfants ont mangé le premier repas chaud”.
Mentre in lontananza il muezin continua nella sua lunga cantilena, fuori comincia ad albeggiare e inizia una nuova giornata… La Messa coi bimbi al Villaggio della Gioia, poi andremo al nord verso Sokodé dove ci aspettano altri problemi, che comunque non risolveremo ma cercheremo di vivere CON.
Buona domenica.

16 Novembre

 
È tardi, mi “cala la palpebra”, ma desidero fissare un po’ questi due giorni…Siamo arrivati molto stanchi a Lomè, dopo 7 ore di pulmino. Stanchi noi, ma molto di più Desiré, che ha guidato, direi questa volta con molta calma e attenzione, nonostante soprattutto questa sera fosse molto dura guidare con auto, camion, motori che ti “ruotano ” attorno, senza regole. Stanchi e un po’ delusi dal fatto che non abbiamo potuto realizzare il pozzo in programma oggi al villaggio di ATCHADE-KOPE. Delusi noi, ma molto di più gli abitanti del villaggio, che hanno assistito alla perforazione del forage, fiduciosi, con la speranza di vedere migliorata la loro quotidianità , il loro bisogno di acqua. Ai lati del camion del pozzo solo polvere di roccia e neppure una goccia d’acqua! Anche Iroko (l’uomo dei pozzi) e’ rimasto male in un misto di sensazioni da mancato guadagno e il rammarico di non aver potuto aiutare questa povera gente. Ci lasciamo con la promessa di realizzare a breve un pozzo al villaggio di Medjàgni: “il pozzo di Giobbe “, realizzato grazie al contributo di in amico di Enrico.
Tornando alla missione: ieri e questa mattina abbiamo operato al nuovo Centro Medico di Adjengré, costruito dal vescovo di Sokodè. Un CM molto bello e organizzato (è nuovo!), nel quale oltre alle suore vi lavorano quasi 30 persone. Abbiamo incontrato una realtà che non ci ha dato l’impressione della povertà estrema di altri villaggi. Valuteremo insieme se continuare ad andarci o no.
La nostra missione volge al termine, domattina andremo a regolarizzare alcuni problemi burocratici, poi ci prenderemo una mezza giornata di relax.
Non è ancora tempo di bilanci definitivi, anche se ieri sera a Sokodé abbiamo fatto fra noi in lungo breefing durante il quale abbiamo parlato, discusso animatamente, ci siamo arrabbiati un po’… Ognuno ha portato un po’ del suo vissuto durante questi 15 giorni, le sue idee future… idee nate anche da questa ennesima esperienza in terra d’Africa, dove come più volte ho scritto noi incidiamo poco nella mentalità, nella risoluzione dei massimi sistemi, dove noi possiamo cercare di aiutare il particolare: la ” goccia d’acqua ”.
Non so se qualcuno tra noi è rimasto disilluso, personalmente ancora una volta tornerò a casa con l’idea che queste persone meritano di essere aiutate. Purtroppo con i nostri modi a volte non corretti, modi dettati dal nostro star bene, dalla nostra pancia piena. Sono partito con l’idea del CON e ritorno a casa con la convinzione della “giustezza” di questa affermazione, che dobbiamo cavalcare insieme alle tante persone che senza colpa sono costrette a vivere la vita sempre in salita. Con i miei compagni di viaggio dovrò partire proprio da qui… Qualcuno deciderà di camminare con noi, qualcuno deciderà di camminare da altre parti, in altro modo?
“l’Africa è grande, ma da qualche parte bisogna cominciare!”

19 Novembre

 
STIAMO ARRIVANDO in ITALIA.
 
Anche questa missione finisce… finisce in Africa, ma continua in Italia dove dovremo tirare le somme di questa e dell’altra missione di settembre. Come spesso chiedo (ma spesso non ricevo riscontro) dovremmo mettere insieme le nostre esperienze, valutare le tante cose realizzate, positive, ma anche negative. Dare risposte concrete alle promesse fatte, ai progetti messi in cantiere… sì perché noi torniamo a casa, nelle nostre quotidianità fatte di tanto superfluo ed il rischio è di “dimenticarci” della sofferenza e povertà che abbiamo incontrato. Siamo tutti stanchi… io in particolare mi accorgo che gli anni si fanno sentire e dovrei dosarmi un po’… anche le mie compagne di viaggio hanno accusato la fatica e dovremo tenerne conto nelle prossime missioni. Ieri dopo una serena giornata di relax vissuta insieme al grand Marchè e poi in riva all’oceano qualcuno ha detto “… nelle prossime missioni dobbiamo prenderci una giornata così, per ricaricarci!”. E ha ragione, perché la stanchezza e il farsi prendere dalle cose rischia poi di non liberare la mente e di creare delle tensioni inutili. Nonostante tutto siamo contenti e direi soddisfatti. In questo clima di fine “campo scuola” abbiamo vari progetti da mettere in atto, ma non solo noi… tutti noi insieme.
– Dare continuità alla mensa per i bambini del villaggio di Vo Attive, gestita da Marc. Hanno cominciato già ad usare gli alimenti e i soldi che abbiamo donato, ma ora bisognerà continuare
– Sempre al villaggio di Vo Attive finanzieremo alcuni interventi di ernia, 4 o 5 cataratte, altri esami; tutte cose a cui le persone che ne usufruiranno non potrebbero accedere.
– Pozzo: dopo la delusione del mancato pozzo del villaggio di ATCHADE-KOPE ora costruiremo altri pozzi. Il primo a Medjanì: il “pozzo di Giobbe”, dal nome di un amico di Enrico che ha promesso di finanziarlo
– Progetto scuola al Villaggio della Gioia, per garantire a circa 40 bambini la possibilità di frequentare una scuola privata, nella quale possa essere garantita una migliore possibilità preparazione e conoscenza.
– Progetto Ferme: prevedere l’avvio di un’attività agricola in un appezzamento di terreno del VdG, nel quale a settembre è stato costruito un pozzo, grazie a finanziamenti avuti da Silvia Dragoni.
– Progetto sartoria, che ormai va avanti da solo.
– Aiuto a persone malate che ci sono state presentate dalla comunità di Cuori Grandi.
– Campagna di interventi gratuiti di Cataratta per adulti, ma soprattutto per bambini. Per quest’ultimi abbiamo già alcuni fondi.
– Programmazione di missioni future non solo sanitarie
L’elenco potrebbe allungarsi, ma mi fermo qui e ripenso ai tanti bambini che abbiamo incontrato, che ci hanno commosso, che avremmo voluto portarci a casa, i cui nomi ormai ci sono familiari e di famiglia. I bimbi aiutati a distanza.” Pierone” che con i suoi occhioni ti guarda e purtroppo non riesce a muoversi se non strisciando; Fatuma una bimba di pochi giorni, arrivata al VdG denutrita, incapace di mangiare, che alla fine è rifiorita grazie alla pazienza di Monica che l’ ha “abituata” a mangiare ed ora vedrà la vita meno in salita… Le due gemelline di Vo Attive anche loro malnutrite, la cui mamma è ipovedente per una cataratta e che abbiamo già in programma di far operare. Bambini meno poveri della scuola di Agoè che ieri mattina, ordinati e pazienti sotto il sole ci hanno voluto ringraziare per il dono del pozzo per la loro scuola, che permetterà loro di avere acqua pulita.
Come al solito devo chiudere questo resoconto… anche se il volo da Addis Abeba a Milano sarà ancora lungo è opportuno che provi a dormire un po’.
Grazie per la pazienza che avete avuto a seguirci, grazie se ci sosterrete, perché come dico sempre “le idee volano alte nel cielo, ma hanno bisogno di aiuti per diventare concretezze sulla terra!”

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Settembre 2022

Missione aprile 2022

Il 29 agosto sono partiti 4 volontari AVIAT per una nuova missione: Antonio Carusone, Claudio Rigoletti, Renza Martini e Valeria Guastoni. Verranno raggiunti il 7 settembre da Enrica Costantini, Silvia Dragoni e Romain Moulart.

Svolgeranno Visite e distribuzione gratuita di farmaci presso vari villaggi del Nord e nei pressi della Capitale. Faranno attività presso l’orfanotrofio di NDN di Notzé e soprattutto ad Atakpamé presso il “Villaggio della Gioia”.

Nonostante le difficoltà legate al rilascio delle autorizzazioni a operare, che sono arrivate come al solito all’ultimo momento, il lavoro dei volontari sta procedendo secondo programma. Ci sarà anche l’opportunità di incontri istituzionali con le autorità locali per impostare progetti futuri.

17 Settembre

 
Silvia, Enrica, Romain
Senza filtri,senza tagli, veri e speranzosi, pieni di ideali, di sogni, di progetti, di voglia di mettere ordine in questo mondo che a volte sembra scapparci di mano.
La GRANDE bellezza della strada fatta insieme.

16 Settembre

 
Silvia, Enrica, Romain
Ovunque sei nel mondo, Peppa Pig funziona sempre❣️

15 Settembre

 
Silvia, Enrica, Romain
Quando potete, regalate un sogno ❣️
Robin Hood arriva in Togo

Antonio

Tra poco salirò su un aereo che mi riporterà a casa, terminerà così la mia ottava missione umanitaria in terra d’Africa.
L’esperienza della missione in questa terra non è mai semplice da descrivere, ci sono momenti in cui si è travolti dalle emozioni, ti si riempie il cuore di sorrisi, sguardi, lacrime e di gesti che non ti lasceranno mai perché rimarranno impressi nella tua anima.
Questa terra ti insegna a dare importanza ad ogni piccolo particolare, a stare bene e ridere con poco, imparare ad essere felice di niente, ti fa capire quant’è preziosa l’acqua.
L’Africa è un pensiero, un’emozione, con tante contraddizioni.
Durante questa missione, abbiamo raggiunto, percorrendo km di pista all’interno della foresta, popolazioni di villaggi dove l’assistenza medica è pura utopia, si presentavano persone, soprattutto anziane, che alle nostre domande dichiaravano candidamente che “non soffrivano di niente ma non erano mai stati visitati da un medico, quando avevano avuto bisogno si erano rivolti al guaritore del villaggio”; abbiamo assistito i bambini di diversi orfanotrofi, alcuni dei quali sono gestiti in maniera egregia dove i piccoli hanno trovato una famiglia, mentre in altri orfanotrofi i bambini più che vivere tentano di sopravvivere; infine, abbiamo assistito neonati prematuri e malnutriti in centri o dispensari, dove ogni giorno si salvano vite umane, grazie all’abnegazione e all’amore di persone eccezionali.
Adesso si ritorna a casa, stanco nel fisico ma con il cuore colmo di emozioni, come dimenticare gli occhi lucidi per la felicità di alcune mamme quando abbiamo consegnato il latte in polvere che avrebbe salvato la vita di bambini prematuri, malnutriti ed intolleranti al lattosio; come dimenticare “merci beaucoup” ripetuto in continuazione da Sietou per averle regalato la “normalità” riparando la protesi della gamba; tanti altre emozioni/stati d’animo mi accompagneranno, ma l’incontro con Kossi è l’emozione emotivamente più forte che mi accompagnerà per tutta la vita, vederlo correre e giocare con i coetanei mi ha emozionato, con molta fatica ho dovuto ricacciare indietro qualche lacrima, nel ricordo di un’intera notte trascorsa in ospedale, insieme alla mamma, per strapparlo dalle fauci di un destino infausto.
Un bacio ed un forte abbraccio ai miei compagni di viaggio che mi hanno supportato e sopportato, Valeria, Renza, Claudio, Enrica, Silvia e Romain.
Un grande GRAZIE va a tanti di voi che ci siete vicini in tutte le nostre iniziative e ci seguite con assiduità, ci date la forza di continuare.
Quando tra qualche giorno mi mancherà calpestare la terra rossa, le gride festose dei bambini al mio passare, “YOVO-YOVO” (uomo bianco), non passerà giorno senza che sarò assalito dal mal d’Africa, uno stato dell’anima prima ancora che uno stato mentale.
Arrivederci Africa

14 Settembre

 
Silvia, Enrica, Romain
Accordo fatto 💪🏻
Domani faremo il pozzo!
Togo🇹🇬🇹🇬

Oggi Giornatona:

Abbiamo iniziato con lo smistare e preparare i pacchi alimentari per le famiglie bisognose per poi portarli a domicilio.
La maggior parte di loro ha situazioni disastrose: genitori scomparsi che lasciano soli 10 fratelli, ragazze madri di 15 anni, una nonna che deve prendersi in carico la nipote sordomuta e con un problema fisico perché la figlia è stata deportata in Gabon e potremmo continuare con queste storie ancora e ancora…
I pacchi erano composti da riso, pomodori sughi sapone e qualche soldino che non fa mai male.
Nel primo pomeriggio siamo andati a fare un sopralluogo sul posto dove domani inzieremo
A trivellare per il pozzo.
Ritornati abbiamo offerto una seconda merenda golosa ai ragazzi: pane, burro e marmellata!
Vi scriviamo dalla terrazza dell’orfanotrofio sotto un cielo stellato ripensando ai bellissimi momenti che abbiamo passato.
Domani dopo la trivellazione ripartiremo di nuovo per Agoe ma questo è un’altro racconto…

13 Settembre

 
Claudio
Ennesimo villaggio ancestrale..
Extraterrestre direi..
Dove le donne dopo vari passaggi,
trasformano i tuberi di manioca in farina per cucinare..

12 Settembre

 
Claudio
Il viaggio nel tempo continua…
Ma la situazione è sempre la medesima, se non peggiore…
E come sempre accade…
a rimetterci sono sempre loro,
i più indifesi, spesso sfruttati.
Anche se penso che quelli bisognosi di cure, alla fine siano stati fortunati ad incontrare noi…
Anche se mi pare un’affermazione disdicevole…
Ma così è…
Diversamente, come la bimba ustionata, con la piaga si stava infettando, rischiava di perdere il piedino…

11 Settembre

 
Enrica
Sono tante riflessioni, momenti di silenzio mentre torniamo, attimi di stordimento in mezzo a quel vociare scomposto, pensieri che mi sembrano non finire mai perché una risposta non ce l’hanno.
Quando passo di qui io passo, sfioro, spero di riuscire ad accarezzare ma passo, loro restano. Condizioni pesanti, spiegazioni impossibili da darmi, io che le cerco anche spesso nel cielo.
La rabbia che vorrei si tramutasse in possibilità, la compassione che vorrei potesse essere un’ancora, la totale incompresione che purtroppo resta collera. La vera rivoluzione è anche solo l’ascolto che è ridar loro dignità, la vera guerra è di non fare la guerra.
Pierette ha la mia età ma i suoi occhi sono vuoti, il suo sguardo punta oltre quella difficoltà che è avere tre gemelli di 7mesi malati, punta a qualcosa che io immaginare non posso, perché io passo.
Io passo.
 
Non so a cosa serva, non so se sia cosa buona, non so quando e come. Io Passo e ma non chiudo.
Buona domenica

Silvia

Nutella day

10 Settembre

 
Claudio
Apri gli occhi e senti…
…i galli cantano..
..gli uccellini che volano tra le palme..
…i muezzin che chiamano alla preghiera..
..i bimbi che si rincorrono e strillano tra i vicoli…
Un’altra giorno inizia…
Buongiorno da Atakpamè
Enrica, Silvia e Romain
 
Stamani mattina di buon’ora ci siamo alzati e abbiamo iniziato con il lavaggio “tazze” insieme ai bambini.
Abbiamo poi cominciato a distribuire una parte del materiale scolatisco raccolto e portato qui da Suor Betta.
Qualche giorno prima della partenza ci è stata fatta una richiesta specifica: delle piccole borse di stoffa da donare ai bambini per andare a scuola. Non potendo raccogliere un gran numero di borsine abbiamo pensato: facciamole fare qui!
Con Kokou siamo andati a scegliere la stoffa e il materiale per far cucire le borse per i bambini che saranno pronte mercoledì.
Siamo tornati quindi a pranzo all’orfanotrofio contenti di aver contribuito ad una realtà locale che va sostenuta ed incentivata.
Oggi pomeriggio ci stavamo preparando il caffè quando Suor Betta è arrivata dicendoci che doveva andare di corsa in ospedale perché tre gemelli (due femmine e un maschietto) avevano febbre altissima.
Per un sostegno pratico abbiamo deciso di seguire Suor Betta all’ospedale di Atakpame.
Appena arrivati ci siamo resi conto della situazione generale: totale mancanza di igiene, personale spesso poco cortese, rumori e … la luce che saltava in continuazione tanto che siamo stati obbligati ad utilizzare le luci del nostro telefono per far in modo che l’infermiere potesse trovare l’accesso venoso ai bambini.
Ogni malato che arriva in ospedale deve essere capace di sostenersi non solo finanziariamente ma anche nella logistica e nella pratica.
Tutto deve essere acquistato, oltre ai farmaci anche i guanti per i sanitari, aghi, siringhe deflussori e fisiologiche. Il bordo dei guanti diventa in questi casi un laccio emostatico.
Vista la situazione non abbiamo esitato a provvedere ai bisogni.
Domani torneremo di nuovo in ospedale per portare il necessario per lavarli e vestirli perché indipendente da quale parte del mondo si vive, ogni persona ha diritto alla dignità.

9 Settembre

 
Claudio
..CHI ME LO FA FARE…
..anche le parole di Briatore aiutano a perseverare..
… DOVREBBE CHIEDERE A LORO…
Antonio
MA CHI TE LO FA’ FARE…… Sicuramente alcuni di voi si ricorderanno della storia di Kossi. Missione umanitaria del 2019, mi arriva una donna con un piccolo fagotto, si siede ed inizia a piangere dicendo che suo figlio ha la malaria e lei non hai soldi per curarlo. Il piccolo aveva un anno e da diversi giorni aveva la malaria con febbre alta, pesava appena 5 kg, l’emoglobina determinata con il nostro portatile ci dava un valore di 4 (v.n. 12-14). Subito feci accompagnare madre e figlio in ospedale, almeno così chiamano una struttura fatiscente, per un trasfusione urgente altrimenti il bimbo non sarebbe sopravvissuto a lungo, arrivati in ospedale scoprirono che non c’era sangue disponibile e sarebbe arrivato due giorni. Dopo diverse ore di ricerche, alle 21 di sera, riuscimmo a trovare un donatore compatibile, lo accompagnammo in ospedale per tutte le procedure necessarie. A mezzanotte il piccolo Kossi iniziava la trasfusione che gli avrebbe salvato la vita. La mattina dopo stava molto meglio e dopo qualche giorno il piccolo con la mamma fu dimesso e ritorno’ a casa, più “vispo” di prima. Sono passati tre anni da allora, durante la quale causa pandemia covid ho potuto seguire Kossi solo dall’Italia. Oggi non potevo non passare a sincerarmi con i miei occhi come stava e salutare la madre con un forte abbraccio e una lacrima che ho fatto fatica a trattenere nel ricordo di una notte insieme in ospedale………
CHIEDILO A KOSSI CHI ME LO FA’ FARE
Enrica, Silvia e Romain
La notte di ieri l’abbiamo trascorsa alla missione “Cuori Grandi” di Amakpape dove siamo stati accolti con grandissima gioia.
Questa mattina abbiamo visitato l’orfanotrofio di Notse, comprando anche riso e olio per un buon periodo.
Le emozioni sono state tantissime e ci hanno portato a riflette riguardo alla fortuna che tutti i giorni viviamo, noi che, senza diritto, siamo nati dalla parte giusta del Mondo.
Verso sera siamo partiti verso il villaggio della Gioia di Atakpame, accolti da Suor Elisabetta e tantissimi bambini pieni di gioia. Domani la giornata inizierà di buon mattino ma presto vi racconteremo di più…

8 Settembre

 
Claudio
Apri gli occhi e senti…
…i galli cantano..
..gli uccellini che volano tra le palme..
…i muezzin che chiamano alla preghiera..
..i bimbi che si rincorrono e strillano tra i vicoli…
Un’altra giorno inizia…
Buongiorno da Atakpamè
Devo aver sbagliato navetta..
Devo esser sbarcato su un’altro pianeta..
Pensavo che certe situazioni fossero rilegate in vecchi film anni 80-90…
Invece mi ci trovo a viverle ora, a toccarle con mano.. nel terzo millennio…!!??!!
Una miseria disumana…
In questi giorni vivo sensazioni, emozioni contrastanti..
Che mi aprono mille interrogativi su quello che noi chiamiamo civiltà…!!!!
Antonio
MA CHI TE LO FA’ FARE……riparata la protesi di Arietou, restituita la “normalità” ed il sorriso ad una giovane mamma. Per noi occidentali una spesa irrisoria per lei una spesa da non poter sostenere. 17.000 cfa= € 25.95…..CHIEDILO A LEI CHI ME LO FA’ FARE
Enrica, Silvia e Romain
🇹🇬Chi ti abbraccia con il sorriso lo fa anche con il cuore 🇹🇬
Un primo giorno impegnativo con la visita all’orfanotrofio Joko Togo gestito dalla coraggiosissima Silvia.
Le necessità sono tante ma siamo riusciti ad acquistare riso e olio per i bambini in orfanotrofio ❣️

7 Settembre

 
Enrica, Silvia e Romain
Sono partiti oggi altri 3 volontari per aiutare nelle missioni del Togo. Buona strada!
enrica silvia e roman partono per il togo

Claudio

Oggi trasferimento più a sud.
Nuovi villaggi ci attendono, dai nomi impronunciabili…
Mentre oltre il finestrino la vita quotidiana scorre ..

Renza

“Anche se la finestra è la stessa, non tutti quelli che vi si affacciano vedono le stesse cose: la veduta dipende dallo sguardo..
C’è sempre una via d’uscita, e se non la trovi, sfonda il muro…
Ognuno di noi, ha una favola dentro…..”

6 Settembre

 
 Claudio

Dopo 3 ore di viaggio su piste al limite dell’impraticabilità, abbiamo visitato e trattato una settantina tra bimbi, donne e anziani..

3 Settembre

 
Antonio
MA CHI TE LO FA’ FARE…..consegnati 24 kg di latte in polvere per bambini nati prematuri e malnutriti, latte non sempre reperibile in Togo, ma indispensabile per la sopravvivenza di questi bambini. Tutto questo grazie anche a tanti di voi che ci sono vicini nelle nostre iniziative. Bambini destinati ad un esito infausto senza questo latte salvavita……CHIEDILO A LORO CHI ME LO FA’FARE

2 Settembre

 

Antonio
CHI TE LO FA’ FARE?……Bambino di 5 mesi peso 2,5 kg, bambina di 7 mesi peso 4,5 kg, bambino di 17 mesi peso 7,5 kg. Grave malnutrizione, possibile trattamento solo con sondino nasogastrico. Mai visitati da un medico……CHIEDILO A LORO CHI ME LO FA’ FARE.

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Aprile 2022

Missione aprile 2022

3 Aprile

Sono appena le 9 ma non so se arriverò in fondo. Sono un po’ stanchino e mi cala la palpebra, ma non posso non raccontarvi un po’ delle emozioni che abbiamo vissuto oggi.
Sono due giorni che siamo qui e abbiamo già collezionato un tot di richieste di aiuto: centri medici, pozzi, scuole, progetti agro alimentari…
Oggi invece al villaggio di Blama Kondi è stata festa grande con canti, balli eseguiti da una popolazione in festa perché è stata loro donata una nuova scuola… O meglio 3 aule che andranno a sostituire soprattutto le aule ancora di fango e paglia. Una goccia nel mare dei bisogni, un mattone per portare un po’ di entusiasmo e voglia di cultura in un mondo dove molti degli adulti sono ancora analfabeti. Di questo ce ne siamo resi conto quando nel pomeriggio abbiamo incontrato le donne della cooperativa di Zooti che aiutiamo da anni, contente sì ma intente a trafficare con pentoloni bollenti per ricavare olio di palmma, o a muovere con maestria farina di manioca per trasformarla in farina di tapioca.
Poi frotte di bambini, che pur si moltiplicavano all’ improvviso quando abbiamo accennato a donare loro un chupa chupa o una biro.
Provo a vedere se con un po’di foto riesco a rendere l’idea. Sono proprio cotto.
Domani si parte verso il Nord, ma vi racconterò.

5 Aprile

Un attimo e siamo al nord. Dopo l’intensa giornata di sabato, con ancora negli occhi l’inaugurazione, l’incontro con la cooperativa delle donne… Ieri mattina dopo l’intensa messa vissuta alla parrocchia siamo partiti.
Prima tappa da Cuori Grandi da suor Patrizia e Maristella, che raggiante ci ha raccontato un po’ le novità della casa, della scuola. Poi siamo arrivati all’orfanotrofio NDN di Notzè dove abbiamo incontrato la solita situazione con i bambini un po’lasciati a sé, purtroppo ci sono anche queste realtà. Abbiamo lasciato un po’di alimenti che per bambini che crescono non guasta mai.
Infine al Villaggio della Gioia da suor Elisabetta. Un altro mondo, un altro modo di gestire i bambini… Puliti organizzati, responsabili. Quattro chiacchiere fraterne, una visita al nuovo centro sportivo che è stato creato soprattutto per volontà di Paolo Zarantonello. Bellissimo vedere questi bambini contenti di questa opportunità. Distribuzione di magliette donate dalla Dechatlon tramite Antonio Carusone e distribuzione di chupachupa donati dai bimbi della scuola Rubri di Zolino
Questa mattina mentre io ho visitato una trentina di persone… Carla e Maurizia hanno accompagnato suor Betta a portare ancora un po’di viveri arrivati con il container a 4 famiglie indigenti. Cosa ha scatenato questo in mia moglie è difficile da spiegare… Anche Carla si è lasciata prendere dal desiderio di essere concretamente utile
Nel pomeriggio ripartenza per Sokodé. Ci siamo fermati nel villaggio dove giovedì faremo il pozzo per renderci conto della situazione… Critica, con capanne di paglia e fango. Ci hanno accompagnato dove si riforniscono d’acqua e ci è presentata proprio la situazione che ci aveva presentato Philippe… Nota incredibile notare comunque che in questa povertà estrema al bordo della pozza c’era un cellulare, che non toglie nulla alla fatica, ma è sintomo di quanto questo strumento ci condizioni.
Domani incontri organizzativi… Incontro a Kolowarè con suor Claire, a Efem Kabie con pere Robert e infine con il vescovo Celestin. Non so se daranno frutto per la preparazione delle missioni future… Spero di sì
Intanto la missione continua.

7 Aprile

Due giorni intensi trascorsi a parlare a discutere sul nostro modo futuro di essere in Togo. Per capire come dare un aiuto concreto e continuo, non solo un mordi e fuggi per liberare la coscienza di noi ricchi occidentali.
A Kolowarè prima con suor Claire, la responsabile del CMS, per oltre due per cercare di capire i bisogni; mi sono reso conto che bisogna investire in progetti, programmare gli interventi cercando una continuità con chi in Togo ci rimane ogni giorno. Non è più sufficiente vedere tante persone, mandarle a casa con un farmaco gratuito e non pensare poi come starà domani quando non avrà i soldi per continuare le terapie o per fare gli esami….
Poi incontro con Möses un ragazzo che si interessa di cecità. Poi Ouro
Il tecnico oculista. Con Houro il tecnico dentista che ci presenta i problemi del gabinetto dentistico: l’autoclave che non si apre, la lampada e l’acqua del riunito che non funzionano… “E allora come fai a lavorare?”. “Lavoro alla togolese!”.
Ieri mattina,dopo aver incontrato il DPS di Sokode, ci siamo spinti ancora più a Nord al villaggio di Siou dove abbiamo incontrato suor Martina Bernardi, una suora di Padova della congregazione NSA. È valsa la pena fare tutti i chilometri sulla nazionale intasata da camion carichi all’inverosimile a volte bloccati in mezzo alla strada.
Ci ha presentato una realtà con la quale sarebbe possibile collaborare… Una comunità che grazie alle suore è in fermento e crescita. Abbiamo avuto il tempo anche di fare un po’ di discorsi sulla presenza degli occidentali in Africa come sfruttatori delle risorse locali. Un rispolverare la ‘teologia della liberazione’ di Camillo Torres. Ci siamo interrogati con Maurizia e Carla sulla situazione, su cosa poter fare non per pulirsi la coscienza, ma per essere veramente di aiuto…
A sera rientro a Sokode con il nostro Philippe, senza il quale non potremmo essere qui.
PS le foto sono quelle che sono…

8 Aprile

Come era prevedibile la giornata di oggi ci ha riservato delle grandi emozioni. La costruzione di un pozzo al villaggio di Gaougblè. È il villaggio dove ci eravamo fermati alcuni giorni fa andando al Nord dove le donne o i bambini erano costretti a scavare buche per raccogliere acqua sporca per i bisogni quotidiani. La grande emozione cresciuta nell’attesa esplode in un applauso, in una manifestazione di gioia quando il fiotto d’acqua esce dal forage appena scavato. Il caldo a mala pena attenuato dall’ombra di un cespuglio scompare di fronte alla gratitudine di chi ti si inginocchia davanti per manifestare la sua gratitudine o inscena un ballo.
Abbiamo avuto la presenza della sindaca del comune, che immancabilmente ci ha chiesto altri aiuti… La pelle bianca per loro è sinonimo di soldi e allora senza giri di parole si chiede.
La considerazione che mi viene da fare è che se investisse in pozzi, in scuole, in attrezzature agricole piuttosto che in armi, forse il mondo sarebbe migliore, certamente la vita sarebbe ‘spartita’ meglio.
Scendendo verso Lomè, Philippe ci ha portato a visitare il villaggio di Betohoui dove, pur in nostra assenza, abbiamo finanziato la costruzione di un pozzo, che come abbiamo visto funziona a pieno regime, quasi insufficiente per il villaggio. Tutte le donne in paziente attesa del loro turno, poi con un bacile da 30 chili sulla testa via verso la capanna. Un villaggio ben ordinato, pulito (si fa per dire) partecipe e grato di questo pozzo.
Infine a sera, ciliegina sulla torta, è stato molto bello fermarci all’orfanotrofio Joko Togo a Tseviè, incontrare la sua fondatrice e anima Sylvia, una signora belga, che nel donarsi a bambini svantaggiati ha trovato pace dopo la perdita prematura del marito.
È stato bello ascoltare il suo racconto, il suo messaggio di speranza per 25 bambini accolti in una struttura essenziale, ma funzionale. Ci ha richiamato al concetto di “bisogni di base”, non schiacciati dal superfluo.

10 Aprile

Questi ultimi 2 giorni sono stati molto intensi e, tanto per cambiare, molto positivi e proficui.
Siamo partiti ieri mattina sotto una pioggerellina, che non prometteva nulla di buono. La pista che ci ha portato a un villaggio vicino a Vogan era già in parte allagata.. ma siamo comunque arrivati al Centro Medico dove ci aspettavano un tot di donne che volevano fare un’ecografia. Tutte donne incinta che non avevano mai fatto un’ecografia, donne che uscendo dall’ambulatorio si scambiavano le opinioni, non sapendo prima cosa le aspettasse. Donne che secondo quanto avevo chiesto a Marc (infermiere-farmacista del CMS) non dovevano essere più di 25/30… e alla fine ne ho viste 54! Alla fine era solo una rapida occhiata con l’ecografo per valutare la data, il battito cardiaco del bimbo e la presentazione.
Ma il bello è stata Maurizia, che per “ingannare l’attesa” ha rispolverato la sua missione di maestra e, filmata dalla paziente Carla, ha dialogato con un gruppo di bambini, gli ha fatto un po’ di tabelline, disegnato un circuito i cui giocare con tappi di bottiglie gelosamente recuperati. Ha lasciato il cuore per quei bambini, senza niente, senza un gioco, senza un’aspettativa diversa dalla misera quotidianità fatta veramente di poco. Visita al forno del villaggio.
Oggi invece una rapida visita a le Grand Marché, dove abbiamo comprato i soliti passport di osso, attorniati da un tot di ragazzotti che ci volevano vendere di tutto.
Nel pomeriggio incontro con i bambini aiutati a distanza… Mi è piaciuto che alla fine le mamme e i babbi hanno riordinato e pulito tutto senza che lo chiedessi loro.
A sera abbiamo incontrato David un ‘ragazzo ‘ di 44 anni che dall’età di 14 anni, dopo una iniezione anti malarica e rimasto paralizzato agli arti inferiori; grazie a un contributo della BCC imolese inizierà un’attività autonoma da calzolaio. È stato emozionante veder la sua gioia, che quasi non conteneva le lacrime. Ora tocca a lui usare questa opportunità che gli viene offerta.
E così siamo alla fine di questa esperienza africana… Domani sera si riparte per l’Italia. Dovrò “rileggere” bene tutte le esperienze di questi giorni, raccontarle a chi condivide con me questa avventura di AVIAT e insieme valutare le prossime strategie di intervento.

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missione novembre 2019

Novembre 2019

doctor mirri with a child

Missione novembre 2019

Dal 17  ottobre al 15  novembre sono partiti 3 medici 2 infermiere 1 fisioterapista 2 volontarie. Hanno  svolto una nuova missione eseguendo oltre 1000 consultazioni mediche e distribuzione di farmaci presso i villaggi di Amakpapé, Fiata, Aledyo, Kolowaré, Efolo e presso il carcere di Sokodé. Durante le consultazioni, incontrando problemi sanitari importanti, i volontari si sono allertati accompagnando i pazienti in ospedale e pagando le prestazioni sanitarie.

Si ricorda che in Togo ogni prestazione sanitaria è a pagamento dall’aspirina al ricovero ospedaliero e spesso le persone non possono accedere alle cure ospedaliere per mancanza di denaro. Il ginecologo ha eseguito circa 300 ecografie e visite ginecologiche.

Durante la missione si sono costruiti 2 pozzi presso i villaggi di Ahonou e Akpuivé. Si è inaugurata una scuola e un capannone (con i macchinari per la lavorazione della manioca, della palma e il cocco) per una cooperativa agricola di donne nel Villaggio di Zooti.

Sono stati donati 50 banchi alla scuola di Kablivé. Si è inoltre iniziato l’aiuto a un orfanotrofio di  NDN a Notsè, che ospita 100 bambini in precarie condizioni nutritive e ambientali.

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missione2019febbraio

Febbraio 2019

children from Togo

Missione febbraio 2019

Nuova missione: un medico ginecologo, un dentista, la sua assistente e un’infermiera.

Hanno svolto attività sanitaria: visite mediche, ecografie, attività odontoiatrica, distribuzione gratuita di farmaci. È stato allestito un nuovo moderno ambulatorio odontoiatrico, con sterilizzazione presso il Centro Medico di Amakpapé.

È stato finanziato e inaugurato un pozzo presso il villaggio di Avegodo, dove la comunità affidava le proprie risorse idriche a una pozza di acqua piovana o al pozzo di un villaggio distante circa 3 km.

E’ stata fatta l’inaugurazione di una scuola di sartoria finanziata da AVIAT, nella quale 10 donne impareranno il mestiere di sarta guidate da un tutor. Alla fine di 3 anni avranno un attestato professionale dello Stato, verrà loro donata la macchina che hanno usato, questo per garantire una possibilità di lavoro e sostentamento per la famiglia. Sono stati visitati 2 orfanotrofi presso i quali sono previsti progetti futuri di aiuto.

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missione 2018 ottobre

Ottobre 2018

doctor mirri with a child

Missione ottobre 2018

Dal 24 ottobre al 14 novembre, 3 medici, 1 dentista, 4 infermiere e 2 volontari hanno svolto attività sanitaria ad Amakpapè presso la comunità “Cuori Grandi”, presso il dispensario di Kolowaré, presso i villaggi di Zooti, Togoville, Avegodo e Aleyo . 

I volontari di AVIAT abbiamo portato la “professionalità gratuita”  di medici e infermieri, hanno fatto oltre 1500 visite mediche, ecografie e visite ginecologiche, distribuito gratuitamente  oltre 20.000 compresse di farmaci, fatto uno screening per il diabete e l’ipertensione, test per la malaria;  questo ha persone che devono pagarsi tutto dall’aspirina al ricovero ospedaliero, in una società dove il principale pensiero è la ricerca del pasto quotidiano. 

Tre medici, un dentista, quattro infermiere e due “laici”… volontari venuti da tutta Italia: Varese, Faenza, Cassino, Bologna, Caserta. Persone motivate ed entusiaste di poter portare quella piccola goccia ad  altre persone che hanno come unica colpa l’essere nati nella “parte sbagliata”. In 3 settimane abbiamo a potuto aiutare persone e comunità che ci hanno coinvolto con i loro “bisogni” e le loro richieste di aiuto.

Presso la scuola di Zooti sono state portate delle nuove lavagne.

Durante la missione è stato distribuito il contributo economico ai bambini aiutati a distanza da cittadini italiani.

missione 2018 ottobre

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Gennaio 2018

doctor mirri with a child

Missione gennaio 2018

Scritto da Gian Franco Mirri

12 gennaio 2018 venerdì

Oggi con AVIAT partiamo per una nuova missione in TOGO: saremo Antonio Carusone, medico, suo figlio Gerardo diciottenne, Vanessa Bove, infermiera ed io. Sarà una “missione itinerante”, diversa da quelle realizzate fino ad ora. Andremo alla ricerca di nuove realtà del Togo dove poter portare gratuitamente la nostra professionalità. Saremo ospitati presso la casa delle Suore del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante e da lì andremo un po’ in giro: a Sokodé dove ci ha invitato il Vescovo per vedere se è possibile realizzare una collaborazione presso alcuni centri sanitari, ad Aktapame al villaggio della gioia da suor Elisabetta, a Togoville al nostro Centro Medico , poi altri incontri. Come al solito purtroppo vedremo persone che difficilmente possono accedere a cure mediche (perché qui come in tutta l’Africa la salute è a pagamento), non incontreremo bambini col pancione ricoperti di mosche denutriti, ma sicuramente bambini malnutriti, bambini che sono grati se tu gli regali una caramella o un quaderno. Andremo a portare materiale scolastico presso alcune scuole rurali, dove i quaderni sono un lusso e si scrive col gesso su piccole lavagne… poi vedremo.
Scrivo tutto ciò non per ostentazione, ma per condividere questa ennesima “avventura” con le persone che ci aiutano, che ci vogliono bene, con le persone che amano conoscere cosa si può fare con i soldi che vengono donati.
Non so se riuscirò a scrivere ogni giorno, perché la connessione può essere precaria.
Una cosa vi chiedo: una preghiera affinché si appianino le difficoltà che la nostra associazione sta attraversando, che al travaglio che stiamo vivendo segua una Vita gioiosa , vivace e aperta a chi senza colpa è costretto a vivere la vita sempre in salita.

Scritto da Antonio Carusone

12 gennaio 2018 venerdì

Dopo 18 ore trascorse tra spostamenti in treno e voli in aerei abbastanza turbolenti, eccoci atterrati a Lome’, è la mia quinta missione umanitaria in Africa, sembra ieri quando, qualche anno fa’, riuscii a realizzare il sogno di andare in missione in Africa, da allora è stato un “crescendo” di emozioni.
Quando sono in Italia non passa giorno che la mente non ritorni alla realtà che vivo quando si va in missione, tantissimi amici, sono solidali in tutte le iniziative che metto in pratica per aiutare, soprattutto, i bambini che soffrono tanto, non smetterò mai di ringraziarli, ad altri amici, che mi chiedono con perplessità, il perché del mio tanto coinvolgimento, gli rispondo “vado dove mi porta il cuore e faccio ciò che sento nell’anima”, l’aiuto che portiamo con i colleghi durante le missioni, è sola una goccia nel mare della povertà, della disperazione, delle malattie, della fame, ma senza questa nostra goccia, il mare avrebbe una goccia in meno.
Vedere la felicità negli occhi di un bambino quando gli doni un pastello colorato o un quaderno, sentire dire “merci beaucoup” da una mamma per avergli curato è guarito il figlio, vedere un bambino fare salti di gioia solo perché gli hai regalato un semplice bon-bon (lecca-lecca)…….
Mentre aspetto le mie valigie sul nastro trasportatore, ascolto musica dalle cuffie, in questo momento sta cantando il grande Pino Daniele, “terra mia”………..

Scritto da Antonio Carusone

13 gennaio 2018 sabato

Primo giorno in terra d’Africa, giorno di adattamento, passare dal freddo dell’Italia ai 35 gradi e 90% di umidità di Lome’ è un po’ dura.
Stamattina il gallo, sotto la finestra ha iniziato a cantare alle 05.00, ho tentato di resistere ai suoi “strilli”, alle 06.00 mi sono arreso e mi sono alzato, non mi è dispiaciuto uscire fuori a quell’ora mentre iniziava ad albeggiare, nel silenzio assoluto interrotto ogni tanto dal solito gallo, ho potuto ammirare i variegati colori del cielo d’Africa all’alba.
Prima mattinata trascorsa dietro alle priorità, ufficio di cambio per poter cambiare euro in cfa ed acquisto di schede telefoniche per non rimanere isolato dal mondo, poi ci siamo dedicati a svuotare le valige da tantissima roba donata, c’era di tutto, caramelle, bon-bon, quaderni, pastelli, gesso, penne, vestitini per bambini, fare un inventario di tutti i farmaci e materiale sanitario portato. Dopo pranzo pianificazione delle nostre attività durante la prossima settimana, domani primo pomeriggio si parte per Atakpame’ al villaggio della gioia che ospita circa 70 bambini orfani e/o abbandonati, consegneremo farmaci, vestiti e materiale didattico per la scuola.
Non potevo non andare a salutare alcuni bambini con cui il legame è più forte, ed infatti, mi ha accolto con grande felicità e mi è saltato addosso Firmin che non vedevo da circa un’anno, e per concludere la giornata una passeggiata per le strade polverose, popolata soprattutto bambini che giocano in attesa del buio.

Scritto da Gian Franco Mirri

14 gennaio 2018 domenica

Sono trascorsi 2 giorni intensi. Oggi poi l’ intensità dell’ Africa, del dono gratuito si è concretizzato al “villaggio della gioia ” di suor Elisabetta,. L ‘incontro con lei e poi coi bambini ti fa dire che “si può fare “, nonostante le difficoltà culturali che ti fanno pensare che “non ci si fa la punta ” (come dice il mio amico Giuseppe). Parlando con chi in Africa ci vive, ci opera per vocazione, mi rendo ancora di più conto che non bisogna solo investire in cose, ma soprattutto in persone. Persone motivate e preparate a vivere questa esperienza. Con Vanessa e Antonio proviamo a capire come fare ri nascere la nostra associazione, proviamo a raccogliere informazioni, spunti, consigli per rendere più vivo e vivace questo nostro volersi dedicare a chi sta peggio di noi. Abbiamo avuto disillusioni, ho avuto la percezione di una mia incurabile ingenuità … ora si deve camminare… camminare insieme… camminare in tanti, perché se no quella goccia rimane sola e non disseta nulla.
Così anche la condivisione di ciò che stiamo vivendo vuole creare questo clima di compartecipazione. Il raccontarvi che la Messa di 2ore di questa mattina è volata via fra canti polifonici, tamburi e trombe, fra persone che ad ogni accenno di musica ballavano, che rispondevano attivi alla predica del prete… e anche se non capiamo l’ ewe l’ abbiamo partecipata. Poi all’uscita una scena d’altri tempi: i bambini a comprare un gelato da un carretto tipo quello di Sasso (chi è di Imola sa di cosa parlo) o altre leccornie, unico svago della domenica. Poi dopo aver messo in ordine i medicinali portati dall’ Italia siamo partiti per il Nord e nel pomeriggio al villaggio della gioia è stato bellissimo ed entusiasmante vedere quanta gioia ha creato Vanessa con i suoi palloncini colorati (il breve video che spero vi arrivi non rende la felicita e le grida dei bambini ). Per concludere una spaghettata con le suore della casa e tanti discorsi seri e positivi per il futuro. È Provvidenza questa? Io spero proprio di sì. Non so quando partirà questo messaggio (la connessione lascia a desiderare) .
Alla fine continuate a pregare…. GRAZIE.

Scritto da Antonio Carusone

14 gennaio 2018 domenica

Sveglia che è ancora buio, alle 06.00 si parte per andare a messa, la chiesa è una grande struttura di legno e metallo dove ci sono centinaia di persone, messa celebrata dal parroco di Agoe’, ma molto coinvolgente e partecipativa da tutti i fedeli con canti e balli.
Al rientro si preparano valige e borsoni colmi di farmaci, materiale da medicazione, polivitaminici, vestitini, caramelle, bon-bon, si parte per visitare bambini, distribuire farmaci e donare tutto quello che abbiamo dietro, inoltre incontri ed appuntamenti per organizzare le future missioni di Aviat, prima tappa Atakpame’ e successivamente Sokote’.
Ad Atakpame’ ci aspetta al “villaggio della gioia” suor Elisabetta, gestisce questa struttura che ospita circa 70 bambini, per la maggior parte orfani di madre (in Togo c’è un’alta percentuale di morte da parto, per patologie nella maggior parte dei casi, facilmente curabili), bambini abbandonati, bambini di mamme con malattie mentali che sono allontanate dalla famiglia (purtroppo un’altra grave piaga qui in Togo).
Arriviamo al “villaggio della gioia” nel tardo pomeriggio, abbiamo un primo contatto con suor Elisabetta e con i protagonisti della casa, i “bambini”, quando ci vedono arrivare, ci accolgono con tanta gioia che è inevitabile un groppo alla gola dall’emozione, suor Elisabetta ci racconta che ognuno di loro ha una storia diversa, con un finale comune a tutti, bambini che hanno perso o non hanno, in alcuni casi, mai conosciuto l’affetto di un genitore, di un fratello, di un nonno. Bambini che adesso in questo centro di accoglienza hanno trovato affetto, cibo, istruzione e tanto amore. Andiamo via con un po’ di magone, ma contenti che domani saremo tutta la mattinata con loro.

Scritto da Antonio Carusone

15 gennaio 2018 lunedì

Mattinata dedicata al “villaggio della gioia” e ai suoi ospiti, i bambini, a cui la vita ha riservato un’esistenza difficile già dai primi giorni di vita, che hanno trovato in questo centro di accoglienza, gestito da suor Elisabetta, tutto quello che il destino ha deciso di sottrargli, affetto, cibo, istruzione, amore ed una famiglia.
Sentire la storia di alcuni di questi bambini, ti chiedi perché il destino si è accanito contro queste creature, la maggior parte di loro sono orfani di mamma, purtroppo in Togo si muore ancora, e tanto, di parto, i padri non sono in grado di crescere i bambini, perché impegnati tutto il giorno alla ricerca del guadagno necessario per comprare qualcosa da mettere nello stomaco per la sera, non sanno a chi affidare il figlio, o non riescono ad assicurare almeno un pasto al giorno al bambino, oppure succede che questi bambini si ammalano di frequente ed il papà non ha i soldi per assicurare loro le cure basilari.
Poi ci sono i bambini abbandonati, succede quando una gravidanza non è voluta, dopo aver tentato nei modi più disparati di abortire, dall’assumere delle erbe o ingerire farmaci vietati in gravidanza, e non esserci riusciti, dopo il parto, alla prima occasione il bambino viene abbandonato al suo destino.
Un’altro grosso problema in Togo sono le donne con malattie mentali, per la cultura togolese, la presenza in famiglia di una persona con una patologia del genere significa sventura per tutti, pertanto viene allontanata, questo la porta a vagare di villaggio in villaggio, spesso succede che approfittano del suo stato confusionale, quindi ha rapporti con diversi uomini.
Appena arrivati abbiamo iniziato con il rinpinguare le scorte di medicinali dell’infermiera, con farmaci acquistati e donatoci, con materiale per medicazioni, fondamentali soprattutto in una comunità di bambini come questa, dove è facile trovarsi con epidemie, come in questi giorni, con diversi casi di varicella, abbiamo visitato bambini con patologie che non riescono a gestire con l’infermiere del centro ed infine abbiamo donato una valigia colma di vestitini, magliette e pantaloncini, per la felicità di tanti bambini.
Per concludere la nostra visita al villaggio della gioia, abbiamo condiviso il pasto con i bambini pranzando insieme a loro nel refettorio.
Nel primo pomeriggio partenza per Sokode’ con altre tre ore di strade con buche disseminate sul tutta la corsia, arriviamo nel tardo pomeriggio, un primo veloce incontro con il vescovo, necessario per pianificare la giornata di domani e poi a cena con sua Eccellenza il vescovo di Sokode’.

Scritto da Gian Franco Mirri

16 gennaio 2018 martedì

“Noi ZINGARI del Togo ”
Sono solo 4 giorni che siamo qua ed abbiamo girato, “mezzo Togo “. Stiamo realizzando quello per cui siamo venuti: trovare nuove realtà in cui potere portare la nostra professionalità gratuita.
Domenica e ieri da suor Elisabetta, dove abbiamo toccato con mano realtà incredibili, difficili da accettare, che, mentre ieri sera con Vanessa “rileggevano la giornata “, ci fanno dire “perché Signore? Dove sei? Fa qualcosa? ” e allora mi tornano alla mente le parole di don Oreste Benzi… “… ho fatto te! “. Sono un macigno che ci colpisce, che interroga noi… ma anche tutti voi che mi leggete! Ho fatto te… noi NON nati nella parte sbagliata del mondo, che viviamo una quotidianità piena di tutto. Noi che ci stupiamo vedendo i bambini del villaggio della gioia entusiasmarsi per alcuni palloncini colorati, o che dopo aver mangiato si mettono a turno a lavare i piatti o si aiutano ad allacciarsi il tovagliolo. Abbiamo visitato bambini con gravi handicap o sordi, perché le mamme non li volevano e hanno fatto “robe” incredibili. Abbiamo lasciato farmaci, vestitini… un sorriso, che ci è stato reso con gli interessi.
Ieri sera siamo arrivati da mons. Celestin vescovo di Sokode, che ci ha accolto nella sua residenza… ci ha proposto di venire a operare nella sua diocesi, con un messaggio concreto di aiuto rivolto alla povera gente. Abbiamo incontrato i suoi collaboratori, giovani sacerdoti, che sono visi concreti con cui potersi interfacciare. In mattinata abbiamo avuto l’ ennesimo incontro forte all’ ospedale di Koloware diretto da suor Etta, un suora italiana. Un centro sanitario piccolo, ma ben organizzato e pulito, ordinato (cosa non facile trovare in Africa). Ci ha stupito delle belle cose che fa per la povera gente, dagli interventi gratuiti di cataratta, all’ assistenza metodica ai malati di Aids o ai bambini malnutriti. Un breve passaggio alla maternità dove abbiamo avuto il tempo di stupire 2 mamme in attesa, facendo loro una breve ecografia col nostro ecografo portatile. Nel pomeriggio andremo all’ ospedale pubblico di Sokode dove visiteremo la struttura, ci incontreremo con Gafar (il nostro tecnico oftalmologo). Soprattutto col cappellano che con il suo gruppo di preghiera è lì presente per un aiuto morale e soprattutto materiale a chi non ha i soldi per farsi curare e deve morire……… dura ad accettare!
Ancora una volta vi chiedo di pregare… la vostra preghiera si sta facendo sentire con la Provvidenza di questi incontri. GRAZIE.

Scritto da Antonio Carusone

16 gennaio 2018 martedì

Stamattina continuiamo nel nostro giro del centro-nord del Togo, accompagnati dal vescovo di Sokode, mons. Celestin, uomo di grande spessore, alla continua ricerca di possibilità per migliorare la qualità di vita della gente della sua diocesi, ha chiesto a noi di AVIAT di portare il nostro aiuto alla sua gente, una realtà dove tocchi con mano la poverta’.
Ci rechiamo a visitare un dispensario a Koloware per valutare la possibilità di una futura collaborazione, troviamo un piccolo centro sanitario, ben tenuto e magnificamente diretto da suor Etta, una suora italiana, dove sono seguiti gratuitamente circa 800 malati di AIDS, nell’ultimo anno, hanno effettuato circa 150 operazioni di cataratta, un centro di malnutrizione per bambini, un centro di maternità per le partoriente, un ambulatorio di medicina generale ed una farmacia dove vengono distribuiti farmaci.
Siamo rimasti stupidi delle tante belle cose viste e sentite, una suora nonostante una patologia che le sta minando il fisico, piena di vitalità ma soprattutto di amore verso i poveri, un amore che dimostra con le sue azioni, le sue gesta, con i suoi racconti.
Nel pomeriggio andiamo a visitare l’ospedale pubblico regionale di Sokote’, conosciamo l’altro verso della medaglia, una struttura fatiscende e cadente, una realtà fatta di pazienti abbandonati a se stessi in attesa della morte, la pediatria consistente in uno stanzone con decine di culle addossate le une alle altre, nella stessa incubatrice 4 neonati prematuri, altri reparti con il rischio che venga giù il tetto per infiltrazioni.
Purtroppo quella di stamattina è stata una realtà che rappresenta un eccezione, la normalità qui in Togo è la sanità che abbiamo visto oggi pomeriggio, una realtà dove la sanità è tutto a pagamento, dove se non hai come pagare non puoi accedere a nessun tipo di cura, dove la morte di un bambino è vissuto quasi come un fatto ineluttabile, dove c’è un alta percentuale di morti per complicanze da parto, dove un bambino deve crescere molto in fretta se vuole “sopravvivere”……

Scritto da Antonio Carusone

17 gennaio 2018 mercoledì

Harmattan continua ad accompagnarci nei nostri spostamenti, un vento secco e polveroso che soffia dal Sahara al golfo di Guinea trasporta polvere e sabbia in grande quantità che limita la visibilità ed oscura il sole, risultandone una specie di nebbia, che rende l’aria a tratti irrespirabile ma nel contempo rende la temperatura più mite e sopportabile.
In prima mattinata sempre accompagnati da sua Eccellenza mons. Celestin, andiamo a visitare un centro di riabilitazione, troviamo bambini dalla faccia triste e sofferente, neanche con un bon-bon riusciamo a strappargli un sorriso, bambini nati con qualche banale patologia, non curata, che ha provocato danni devastanti, centro medico diretto da suor Benedetta, dove si fa il possibile per alleviare le sofferenze di tanti bambini.
Andiamo via con un velo di tristezza, chiedendoci che futuro avranno questi bambini in questa terra dove i “diversi” sono allontanati dalle famiglie, una vita fatta di stendi, emarginazione, abbandono e povertà, un destino di cui non hanno colpe se non quello di………essere nati nella parte sbagliata del mondo.
Nelle scorse settimane l’amico Philippe, presidente della Ong Asid che opera in Togo soprattutto nei villaggi delle periferie dove la povertà si tocca con mano, mi invia il progetto “Programma solidale internazionale a favore dei bambini vulnerabili”, mi chiede se c’è la possibilità di trovare dei finanziatori.
Ed eccoci al villaggio di Djaga dove grazie all’aiuto economico di alcuni donatori siamo riusciti a finanziare tre progetti, uno già finito ed altri due in fase di completamento, progetti, che prevedono l’acquisto di alcune caprette e la costruzione di una stalla, per permettere di costituire con il passare del tempo un allevamento, un modo per creare economia per un’intera famiglia, e quindi la certezza di un pasto tutti i giorni, assicurare l’istruzione ai bambini e soprattutto salvaguardarne la salute, dato che in Togo la sanità è a pagamento, senza soldi non puoi accedere a nessun servizio sanitario (se possono essere chiamati tali ciò che lo stato offre).

Scritto da Gian Franco Mirri

18 gennaio 2018 giovedì

“Lo faccio perché lo fai tu! ”
Ieri suor Patrizia ci diceva queste parole con le lacrime, che a stento tratteneva… riuscire con l’ esempio a far capire la mentalità del dono a chi ne ha la possibilità! Anche se è nero, se vive nell’indigenza, ma è più ricco di chi gli sta attorno… lo faccio perché vedo che tu lo fai e nessuno ti obbliga, perché mi ami. E non posso anch’io dare qualcosa di me? “Lo faccio perché credo in Gesù, credo al suo amore che devo ricambiare… se non fosse così avrei già mollato! ” sempre suor Patrizia dell’ associazione Cuore Grande, che da anni vive in missione e assieme a Maristella aiuta la povera gente. Ci ha raccontato molte cose pratiche: dall’ invio e spese di un container, alle difficoltà di acquisto di terreni o cose. Poi la concretezza che le cose donate siano per i poveri, e li c’erano 4~5 persone che erano venute a ritirare il pacco con un po’ di mais e altre cose.
Oggi siamo a casa e già questa mattina abbiamo fatto il punto della situazione con Vanessa e Antonio, abbiamo fissato i punti per il nostro cammino futuro. Ci rendiamo conto della necessità di avere un punto d’ appoggio a Lome, una casa in cui accogliere i volontari, collegata comunque ad un già presente: ad esempio qui le suore sono super accoglienti, ma non dobbiamo pesare troppo sulla comunità. Potremo appoggiarsi,ma avere una struttura minima è fondamentale. Partire da qui per andare nelle realtà che ci “stanno invitando “.
Ieri scendendo da Sokode, dove l’ accoglienza del vescovo e delle suore è stata magnifica, abbiamo incontrato varie realtà interessanti… gestiti sempre da religiosi.
Un centro di riabilitazione ortopedica per bambini, dove vengono accolti bambini con handicap fisico abbandonati dai genitori che hanno altri figli sani da accudire… bambini che i maestri non vogliono a scuola perché non sanno come accudire, nel centro si fa riabilitazione e protesi ortopediche. A Dacha abbiamo incontrato suor Stella, chirurgo, che gestisce un ospedale, ha le idee chiare: accetta volentieri volontari. Ma che non vengano per turismo, che siano esperti e non vengano per imparare, ma ad insegnare. Concetto chiaro e conciso. Ha bisogno di un urologo.
Ci siamo fermati ad un villaggio vicino a Notse dove Philippe gestisce dei progetti e Antonio ha portato il contributo per l’ acquisto di caprette e la costruzione del recinto. Ci hanno accolto una marea di bambini vocianti e festosi anche solo per la nostra presenza che rompe la monotonia di una povera quotidianità. Scendendo ancora abbiamo incontrato suor Patrizia e a sera a casa. Sì qui dalle suore ci sentiamo a casa.
Questa mattina abbiamo incontrato i bambini vocianti e allegri della scuola materna, con suor Fidel in tuta ginnica ad accoglierli.
Che spettacolo la vita.
Al termine mi viene da dirvi grazie per i messaggi di stima che ci inviate, ma sappiate che saremo BRAVI INSIEME se sapremo alimentare questo seme, questa goccia… NON DILEGUATEVI quando vi chiederemo condivisione completa a questi progetti rivolte a persone che “senza colpa sono nate nella parte sbagliata del mondo “.
Un ABBRACCIO fraterno e continuate a pregare.

Scritto da Vanessa Bove

21 gennaio 2018 domenica

Questa mattina Siamo partiti per raggiungere Kpalime, a trovare Tata Susanna Afi nella sua casa d’accoglienza “MAISON SANS FRONTIERES” per quei bambini orfani e disagiati, bisognosi di una famiglia e di affetto. Li aiuta nella loro crescita personale per diventare le donne e gli uomini del futuro.
Abbiamo Consegnato gli alimenti e farmaci acquistati con il contributo di Marzia Sangermano.
La malnutrizione è una delle cause maggiori di malattia e mortalità in Africa ed è una concausa aggravante per l’aumento della mortalità derivata da altre malattie quali malaria e gastroenterite. Il Togo è uno dei paesi più poveri al mondo.
I BIMBI E LA TATA RINGRAZIANO Marzia Sangermano

Scritto da Antonio Carusone

21 gennaio 2018 domenica

AMORE una parola spesso abusata, una parola che nella gran parte dei casi non gli si dà più il giusto valore…..vero e grande amore, è quello che “Tata” Susanna regala ai bambini orfani e/o abbandonati ospitati alla Maison Sans Frontieres. Bambini dai 4 ai 12 anni, ognuno di loro con una storia diversa, una storia triste, una…… cento….. storie, fatte di fame, violenza, privazioni, abbandono. Alla maison di tata Susanna hanno trovato ciò che il destino aveva deciso di privarli, cibo, istruzione, un tetto, una famiglia, affetto e tanto tanto amore. Susanna donna straordinaria, che a 22 anni, ha lasciato le comodità, i privilegi, del mondo occidentale, ma soprattutto l’affetto della sua famiglia per seguire, come ha detto lei, la sua strada, la strada dell’amore nei confronti dei tanti bambini che non hanno piu niente e più nessuno, dopo sei di Togo, ancora più convinta delle sue scelte, con un progetto che diventa ogni giorno che passa sempre più “grande”. Noi abbiamo portato la nostra piccola goccia, grazie anche al contributo di alcuni amici che hanno donato, abbiamo consegnato farmaci, riso, olio, biscotti……e tanto altro. Ripartiamo con la speranza di aver regalato qualche momento di serenità in più sia ai bimbi che a Susanna, consapevoli che questi non avrebbero potuto trovare una “tata” migliore.

Scritto da Gian Franco Mirri

21 gennaio 2018 domenica

Ancora 6 giorni qui in Togo, nei quali abbiamo ancora tante cose da fare. Non ci annoiamo di certo e abbiamo veramente poco tempo per “fare i turisti “. Comincio da oggi: siamo andati a Kpalime alla “maison sans frontieres” da Tata Susanna, una ragazza di 28 anni, che da 5 è in Togo. Gestisce una struttura da lei costruita dove attualmente sono ospitati 15 bambini disagiati (di strada, abbandonati…). Pur ancora convalescente dall’ ennesimo attacco di malaria, ci ha accolto con calore e disponibilità, si è raccontata. Le abbiamo lasciato degli alimenti (riso, pasta, olio, caffè, tonno, pomodoro, zucchero e…. Bon Bon) , un po’ di farmaci e qualche soldino. Incontrare queste persone animate solo dall’Amore ti fa pensare che al mondo esistono tante persone buone… che bisogna “scovare” , aiutare…. imitare e fare conoscere, perché ti fanno dire che “è possibile “! Mettiamo insieme queste gocce, senza rivalse, senza pensare che io voglio “rubarti la scena! “, ma mettendoci in rete, condividendo le risorse, le conoscenze, le disillusioni! E questo diventa il bello disinteressato.
Ieri abbiamo avuto un altro momento forte con la consegna ai bambini dei soldi donati dai “genitori” italiani. Alla Casa degli Angeli si è fatto festa.
Venerdì invece c’è stato un momento di delusione. Quando siamo andati a Togoville al CM non c’ erano pazienti. Per problemi di “comunicazione” non erano stati avvertiti del nostro arrivo. Ci siamo consolati con un gustoso piatto di pasta e fagioli a casa di Papà Enzo.
Tante cose le trovate scritte anche da Antonio e Vanessa, forse le stesse emozioni. … certo è che la sintonia che abbiamo è grande. Come pure la determinazione di voler portare avanti la nostra opera qui in Togo… uno stato africano, con le sue contraddizioni e potenzialità.
GRAZIE ancora a tutti se continuerete a pregare.
Un ABBRACCIO fraterno.

Scritto da Antonio Carusone

22 gennaio 2018 lunedì

“AIUTIAMOLI A CASA LORO”,
noi continuiamo a portare la nostra piccola goccia, completato il secondo di tre progetti per creare reddito ad un nucleo familiare, ed assicurare un futuro con qualche certezza in più per i bambini della famiglia a cui è affidato stalla e caprette per un allevamento.
Grazie all’aiuto concreto di persone generose, come gli amici della famiglia Ricciardi, noi portiamo un aiuto “a casa loro”. Con l’aiuto della provvidenza non ci stancheremo mai di versare piccole gocce nel mare della povertà……..
e poi:
Sala d’aspetto sotto un grande albero, sei ore senza un minuto di pausa, visite, consultazioni ed ecografia, presso il dispensario di Mamafrica………

Scritto da Vanessa Bove

22 gennaio 2018 lunedì

COLLABORARE , CAMMINARE INSIEME….
solo così è possibile raggiungere lo stesso obiettivo: IL BENE PER I MENO FORTUNATI.
“Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.
Paulo Coelho, Il cammino di Santiago, 1987”
Oggi abbiamo effettuato 150 visite ed ecografie gratuite, distribuiti farmaci a Togoville presso la sede di Mamafrica.
È stato bello assistere alla comunicazione dell’attesa di un bimbo 😍 a mamme che non sapevano di essere incinte o a mamme che aspettavano il VII figlio.
Veder sorridere persone dopo averle visitate e donatogli farmaci…
Per loro YOVO YOVO ”uomo bianco “ è la Speranza.
Questo è il nostro obiettivo comune.
Grazie a Mamafrica, Papà Enzo, Antoine Liguoro, Cristina Galdiolo, Marianna Palini.

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missione 2017

2017

doctor mirri with a child

Missione 2017

Da gennaio a marzo si sono alternati 8 medici,  5 infermieri e 2 ottici che hanno svolto attività mediche, distribuito farmaci, fatto formazione agli infermieri del centro medico di Keguè; inoltre si è iniziato un progetto di screening della vista nelle scuole di Togoville e della capitale.

A Togoville  è stato  costruito un pozzo, che fornisce “acqua buona” alla popolazione del villaggio

missione 2017

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missione 2016

2016

doctor mirri with a child

Missione 2016

Da gennaio a marzo volontari di AVIAT si sono alternati preso il CM di Keguè, inoltre si sono poste le premesse per l’avvio delle attività medico sanitarie presso il CM di Togoville. 

A ottobre sono ufficialmente iniziate le attività sanitarie a Togoville, avviate dai volontari di AVIAT e proseguite da personale locale.  Tra i rappresentanti di AVIAT e il Direttore sanitario del distretto di Vogan, da cui dipende Togoville, è stato siglato un accordo di massima per il corretto uso della struttura da parte dello Stato; a questo seguirà un protocollo articolato di uso della struttura stessa.

missione 2016

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first minister

2015

doctor mirri with a child

Missione 2015

 Presso il centro medico di Kegué si è completato l’allestimento dell’impianto fotovoltaico finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese. A gennaio è stato inviato l’ennesimo container con materiale umanitario e sanitario. 2015 – Presso il centro medico di Kegué si è completato l’allestimento dell’impianto fotovoltaico finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese.

A febbraio e marzo è partito un gruppo di volontari che, secondo le richieste dei togolesi, hanno iniziato uno screening per il diabete e, sotto la guida di una cardiologa, hanno insegnato agli infermieri del CM l’uso dell’elettrocardiografo e la lettura sommaria degli ECG oltre ad avviare uno screening per l’ipertensione; due giovani dottoresse hanno svolto la normale attività medica, due oculisti si sono alternati nell’ambulatorio oculistico, una dentista ha affiancato Edoh insegnandogli nuove tecniche di lavoro, un ginecologo ha curato l’aspetto maternità responsabile.

Al CMS di Togoville si sono installate tutte le attrezzature per un moderno ambulatorio oculistico, una piccola sala operatoria oculistica e un laboratorio di ottica; oltre a questo è stato posizionato un riunito dentistico.

Il 29 marzo alla presenza del primo ministro Kwesi Ahoomey-Zunu  è stato inaugurato ufficialmente il nuovo CM.

A settembre poi un cardiologo ha proseguito le visite cardiologiche, fatto uno screening sull’ipertensione coadiuvato da un  medico e un’infermiera; una dentista e un’oculista hanno svolto normale attività clinica.

first minister

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