Il Togo è un piccolo stato dell’Africa Occidentale. Confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale Lomé.
Fino a 50 anni fa era considerato la Svizzera dell’Africa, ma da allora è stato abbandonato dalla comunità internazionale per una sorta di ritorsione nei confronti del suo dittatore, Gnassingbé Eyadéma che ha comandato in Togo per quasi 40 anni: ora è un ammasso di ricordi, di edifici decadenti e fatiscenti. Dal 25 aprile 2005, in seguito alla morte del dittatore e allo svolgersi di libere elezioni, vige una democrazia (per ciò che si può intendere con tale termine in uno stato africano) di cui è presidente Faure Gnassingbé (figlio del dittatore).
Lo Stato è vasto 56785 km² ed è abitato da 7.886.000 milioni di abitanti (2021), La densità di popolazione è di 97,7 ab/km².
Gran parte della popolazione (il 65% circa) vive in villaggi rurali. L’agricoltura copre buona parte del fabbisogno alimentare (manioca, mais, igname, sorgo) e consente discrete esportazioni, in particolare di cacao, cotone (aree di Lomé, Atakpamé e Kpalimé), olio di palma (Altopiani e Marittima), mais, caffè (coltivato nelle regioni del centro), soia.
Si estraggono ed esportano soprattutto fosfati (miniere di Akoumapé e di Hahatoé); la produzione è però in diminuzione. Modeste quantità di oro e diamanti.
Le industrie operano nei settori petrolchimico e chimico (Lomé, Kpémé), del cemento (Tabligbo), tessile (Lomé, Dadja, Kara, Notsé) e in quello alimentare (Lomé).
È attivo il “West African Gas Pipeline”, un gasdotto di 1000 km che distribuisce nel paese il gas dei giacimenti nigeriani.
La lingua ufficiale è il francese (è membro dell’associazione dei paesi francofoni) ma vi si parlano anche molti dialetti legati alle varie etnie presenti. Nel Paese sono presenti circa 45 diverse etnie; le più importanti e numerose sono gli ewe a sud (36%), i kabyé a nord (22%), gli uaci o Ouatchis (14%), i mina, i mossi, gli aja e i kotokoli a nord-est (16%). Col nome di Togoland fu colonia prima della Germania e poi della Francia, da cui ottenne l’indipendenza nel 1960.
Circa il 42% dei togolesi sono cristiani (cattolici , protestanti e varie sette); il 37% animisti ; il 14% mussulmani e il resto della popolazione segue altre religioni.
Franco CFA 1 EURO = 655 CFA Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno è uno tra gli stati più poveri al mondo. Nel 2020 il PIL pro capite è di 915 USD
Secondo il “Rapporto UNICEF 2016”, la speranza di vita alla nascita è di 60 anni.
Il tasso di mortalità neonatale (su 1000 nati vivi) è pari a 27,
quello di mortalità sotto i 5 anni è 78 che colloca il Togo al 24° posto di questa sfortunata classifica.
Si stima che gli orfani siano 330.000.
In Togo l’educazione scolastica è tuttora limitata e inadeguata anche se la situazione va lentamente migliorando. Ad oggi il 76% dei bambini frequenta la scuola, ma rimane alto il gap tra maschi e femmine: l’80% contro il 63%.
Il sistema scolastico in Togo si suddivide in:
– Primary School dalla classe 1 alla classe 6 (6anni – 12 anni) scuola dell’obbligo
– Junior Secondary School dalla classe 7 alla classe 10 (13 anni – 16 anni)
– Senior Secondary School dalla classe 11 alla classe 13 (17 anni – 19 anni)
– scuola professionale o universita’ (Tertiary Higher Education) e’ per i figli dei ricchi e delle persone famose, mentre e’ ancora purtroppo poco frequentata dai ragazzi che vivono nelle zone rurali.
L’istruzione primaria, dai 6 ai 12 anni, è obbligatoria e gratuita; mentre dai 12 anni in poi solo il 20% accede alla scuola secondaria…
Vi sono comunque tasse scolastiche annuali che variano da scuola a scuola. Mentre gli istituti statali sono presenti nei grossi centri urbani, sono assenti nelle zone rurali dove si delega l’istruzione alle missioni o a istituti privati. Già al livello elementare però lo Stato fatica a sostenere le scuole presenti nei villaggi; spesso i maestri sono volontari o retribuiti grazie ai fondi raccolti tra gli abitanti. Le strutture sono formate da capanne di paglia o da fatiscenti aule in muratura, dove in spazi ridotti studiano decine di bambini di classi diverse. Il passaggio al college è spesso impedito dai costi per l’iscrizione ai corsi, per l’acquisto del materiale e per l’alloggio nelle città maggiori. Solo in pochi centri infatti è possibile frequentare i corsi superiori, spesso organizzati da enti religiosi. L’approdo all’università è ancora più problematico essendo presente solo nella capitale, Lomè, o a Karà (città d’origine del Presidente) situata nel centro del Paese. Per molte famiglie che vivono con meno di un dollaro al giorno la scolarizzazione dei propri figli risulta essere una spesa insostenibile. In alcuni villaggi, nonostante esista la scuola, per i bambini è difficile frequentare le lezioni a causa della mancanza del materiale scolastico di base. Molti bambini sono costretti ad abbandonare la scuola perché devono contribuire al reddito famigliare. Diversi progetti internazionali mirano dunque a garantire la mensa scolastica in modo da ridurre le spese delle famiglie e permettere ai bambini più poveri di poter studiare.
Il livello dell’assistenza sanitaria, sia pubblica che privata, è, in generale, molto carente, tuttavia non è difficile reperire i medicinali più comuni. Vi è comunque un alto rischio di contrarre malattie. Le malattie maggiormente segnalate sono:
Tutto è a pagamento dal ricovero in ospedale al farmaco. Ultimamente alcune vaccinazioni dei bambini sono gratuite.
A Lomè vi sono due grossi ospedali pubblici, con strutture e attrezzature vecchie ed obsolete; apparecchi che una volta rotti non sono più recuperabili per la mancanza di ricambi e quindi abbandonati ed arrugginiti. Le norme igieniche lasciano molto a desiderare. I medici sono comunque preparati ed aggiornati, ma con pochi mezzi a disposizione per “fare i medici”.
Vi sono vari dispensari e poliambulatori sparsi per il paese, sono strutture spesso fatiscenti, prive di attrezzature di base. Vi è presente un infermiere, un’accoucheuse (levatrice); solo nei grossi Centri Medici un’ostetrica; non sono mai presenti medici. Sono gestiti dagli amministratori dei villaggi o da comunità religiose.
Paese poco noto a livello turistico, che però offre una discreta varietà di paesaggi, passando dalla breve costa atlantica alle foreste dei territori centrali, fino alle savane settentrionali.
https://www.youtube.com/watch?v=2PDUUgHYHUI&t=4s
Cosa vedere: il Togo è un Paese affascinante, ma la maggior parte di questo fascino proviene dalle sue persone; questo è un piccolo Paese con un numero contenuto di attrazioni. I mercati di Lomé, sia generali che voodoo, sono la visita più popolare del Paese lungo la strada tra Ghana e Benin. Anche le città più piccole come Togoville sul lago Togo e Aného sull’oceano sono mete battute per visitare i santuari voodoo del primo e monumenti storici e le spiagge di quest’ultimo.
Ultimamente, la regione di coltivazione del caffè intorno a Kpalimé sta entrando sempre più tra gli interessi dei turisti, grazie a un buon numero di belle escursioni, un clima più fresco e viste piacevoli.
Forse la parte più affascinante del Paese è la più difficile da raggiungere: il nord collinare e scarsamente popolato. La destinazione più conosciuta è la valle di Tamberma, o Koutammakou, uno dei Patrimoni mondiali dell’umanità in Togo, a nord di Kara. La popolazione locale di Batammariba (conosciuta dai coloni come il Tamberma) costruì e vive in uniche “case-torri” Takienta (alias Tata) di fango e paglia, che probabilmente sono diventate il simbolo nazionale togolese. È un surreale mondo dei sogni di un luogo, e facilmente un punto culminante di un viaggio in Togo, anche se è un viaggio per arrivarci.
I pochi parchi e riserve del Togo sono visitati relativamente di rado: ormai sono praticamente chiusi per la scomparsa di molti degli animali. Gli appassionati di safari possono recarsi nel Parco nazionale Fazao-Malfacassa nel centro-ovest del Paese. Nell’estremo nord del Paese si trova il Parco nazionale Kéran, con una delle popolazioni di elefanti più grandi dell’Africa occidentale. Oltre a Kéran, il nord offre anche un sacco di potenziali escursioni all’aria aperta, con belle escursioni sulle montagne, fino alle cascate, ecc.
Testo tratto da Wikipedia
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